Non Aprite Quella Porta – La Storia Vera

Non Aprite Quella Porta

La Storia Vera – Ed Gein.

Non Aprite Quella Porta, in questo articolo affronteremo la storia vera che si cela dietro il film omonimo. Il protagonista è Ed Gein, personaggio da cui si è preso spunto per il serial killer del film. Affrontiamo questo argomento sempre misterioso, terrificante.

Chi di noi almeno una volta nella vita non ha visto il film horror “Non aprite quella porta”. Quanti di voi hanno passato notti insonni nel pensare a questo assurdo, orribile e soprattutto terribile personaggio. Quanti di voi si sono fatti la domanda se è stato un personaggio costruito dalla fantasia assurda e deviata di un regista oppure è stato un personaggio che è esistito davvero?. Bene in questo articolo scopriremo tutto questo vi anticipo solo che i migliori mostri non sono quelli inventati ma quelli che sono esistiti davvero. La realtà molte volte è più terribile della fantasia più deviata. Mettetevi comodi perchè stiamo per entrare in una dimensione fatta di orrore e deviazione…

non aprite quella portaEdward Theodore “Ed” Gein, nacque a La Crosse il 27 Agosto 1906 e morì a Madison il 26 Luglio 1984. Figlio di Augusta T. Lehrke (1878-1945) e George P. Gein (1873-1940), Ed Gein nacque a La Crosse. I genitori erano entrambi nati nel Wisconsin e si erano sposati il 7 luglio del 1900. Dal loro matrimonio nacquero Ed e il fratello maggiore Henry G. Gein (1902-1944). George P. Gein, il padre, era un violento alcolizzato e spesso disoccupato. Nonostante la violenza presente in famiglia, il matrimonio durava, poiché il divorzio non era contemplato dalla mentalità religiosa del tempo. Augusta manteneva la famiglia lavorando in una piccola drogheria, e nel corso degli anni comprò una fattoria alla periferia di un’altra piccola città, Plainfield, che divenne la dimora permanente della famiglia.

Augusta Gein manteneva i figli in uno stato di quasi totale isolamento: la loro vita consisteva nella scuola e nel lavoro nella fattoria. Augusta, che era una luterana e fanatica religiosa, aveva trasmesso ai figli il concetto dell’innata immoralità del mondo, l’odio verso l’alcolismo e che tutte le donne (esclusa lei) fossero prostitute; inoltre, il sesso era accettabile soltanto al fine di procreare. Ogni pomeriggio leggeva ai propri figli la Bibbia, in particolare passi dell’Antico Testamento dove si parla di morte, omicidio e punizione divina. A dieci anni Gein provò un orgasmo vedendo i suoi genitori macellare un maiale in un vicino casotto. Quando Gein raggiunse la pubertà, Augusta divenne maggiormente possessiva: una volta, sorprendendolo mentre si masturbava nella vasca da bagno… gli afferrò i genitali chiamandoli la “maledizione dell’uomo” e lo immerse nell’acqua bollente per punirlo. All’età di 21 anni la madre fece promettere a lui e al fratello che sarebbero sempre rimasti vergini (promessa infranta dal fratello, che perciò venne spesso correlata alla sua misteriosa morte). Con una corporatura esile e un atteggiamento effeminato e timido, il giovane Gein divenne bersaglio dei compagni più prepotenti. Era anche noto per il continuo sogghigno che mostrava durante le conversazioni serie.

non aprite quella portaI compagni e gli insegnanti notarono anche il suo uso di ridere senza ragione, quasi come se volesse prenderli in giro. Nonostante la scarsa attitudine
alla vita sociale, andava abbastanza bene a scuola, in particolare nella lettura. Dopo che il padre George morì nel 1940, il fratello Henry aveva incominciato a rifiutare il punto di vista della madre Augusta, tentando di convincere anche Edward. Nel maggio 1944 i fratelli si erano trovati in mezzo a un incendio nella fattoria. Edward raccontò alla polizia di aver perso di vista il fratello, ma fu poi capace di indicare con precisione dove si trovava il suo corpo. Sebbene fosse evidente che Henry aveva subito un trauma alla testa (cosa che avrebbe fatto sospettare e arrestare Ed), il perito locale giunse alla conclusione che fosse morto di asfissia mentre tentava di spegnere il fuoco.  Gein visse da solo con l’amata madre ma meno di due anni dopo, il 29 dicembre 1945, Augusta morì dopo essere stata colpita da un ictus lasciando l’afflitto figlio solo nell’isolata fattoria; Augusta aveva già subito un primo attacco, rimanendo paralizzata per alcuni mesi fino a quando subì un secondo colpo apoplettico che la portò alla morte. Edward pianse istericamente come un bambino al suo funerale. La morte di Augusta fece scomparire dalla sua vita quello che molti psicologi criminali definiscono come “l’unico filo che ancora ne preservava la sanità mentale”. Il 17 novembre 1957 la commessa di una drogheria di nome Bernice Worden (madre del vicesceriffo) sparì nel nulla. Fra i sospettati c’era anche Ed Gein, poiché secondo le testimonianze era stato l’ultimo ad avere avuto contatti con lei. Durante l’ispezione di un capanno di Gein, gli agenti scoprirono il cadavere della Worden, senza testa, appeso per le caviglie e aperto in due a partire dalla vagina; le mutilazioni erano state inflitte post mortem.

La donna era stata uccisa con una carabina calibro 22. La testa fu rinvenuta in un’altra stanza della casa, con due chiodi conficcati ai lati: Ed aveva intenzione di appenderla al muro come un trofeo. “La casa degli orrori” Cercando nella casa le autorità trovarono:
• quattro nasi;
• ossa umane;
• alcuni teschi;
• dieci teste di donne come decorazioni nella camera da letto;
• pelle umana usata come tappezzeria per lampade e sedie;
• calotte craniche trasformate in ciotole;
• un cuore umano (si discute su dove sia stato trovato; gli addetti al rapporto
affermano tutti che fosse in una casseruola nella stufa, mentre dei
fotografi della scena del crimine affermarono che fosse in una scatola di
carta);
• due labbra umane che decoravano una finestra;
• un tamburo fatto di pelle umana;
• femori usati come gambe per un tavolo;
• nove maschere fatte di pelle umana;
• una colonna vertebrale adibita a lampada;
• vestiti fatti di pelle umana.

Non Aprite Quella Porta – La Storia Vera La confessione di Gein:

non aprite quella portaGein confessò di avere dissotterrato una donna di mezza età recentemente sepolta che somigliava molto a sua madre, di averne portato il cadavere a casa e di averne lavorato la pelle per farne manufatti. Fece 40 visite notturne al cimitero e violò circa 18 tombe. Durante l’interrogatorio Gein
confessò inoltre di aver ucciso Mary Hogan, un’impiegata di una taverna, scomparsa dal 1954. Lasciò anche intendere di aver commesso altri delitti in gioventù, tra cui l’omicidio di una ragazzina scomparsa diversi decenni prima da Plainfield. Il Macabro Rituale: La letteratura considera l’usare pelle di donna come un “insano rituale di travestitismo”. Si pensa che Gein sperimentasse anche una forma di necrofilia, ricavando piacere sessuale dai cadaveri mutilati, ma Gein negò sempre di aver avuto rapporti coi cadaveri riesumati, perché avevano un cattivo odore. Confessò che dopo la morte della madre aveva avuto il desiderio di cambiare sesso: secondo molti egli aveva creato il suo “abito da donna” per poter assumere le sembianze della madre.

Non Aprite Quella Porta – la Storia Vera – Processo e reclusione:

Gein fu giudicato mentalmente instabile e incapace di sostenere il processo, e fu condotto all’Ospedale Statale Centrale (ora Dodge Correctional Institution) a Waupun nel Wisconsin. Durante il processo, la sua dichiarazione “Non ho mai ucciso un cervo” preoccupò molto i suoi vicini di casa,
ai quali Edward aveva spesso offerto carne di cervo, da lui cacciato e cucinato: molto probabilmente era carne umana. In seguito l’ospedale statale centrale fu trasformato in prigione e Gein fu trasferito all’ospedale statale Mendota a Madison. Nel 1968 i dottori di Gein stabilirono che era abbastanza sano da sostenere il processo, tuttavia fu discolpato per infermità mentale. Scampata la sedia elettrica, Ed Gein passò gli ultimi 16 anni in un manicomio criminale. Il 26 luglio 1984 Ed Gein morì per insufficienza respiratoria in seguito a un cancro, nell’Ospedale Statale di Mendota. La sua lapide nel cimitero di Plainfield è stata frequentemente vandalizzata nel corso degli anni, finché non fu rubata nel 2000. L’anno seguente fu trovata nelle vicinanze di Seattle e in seguito trasportata in un museo nella contea di Waushara, Wisconsin. Il 20 marzo 1958, mentre Gein era in detenzione, la sua casa bruciò; si ipotizzò che l’incendio fosse doloso. Gein commentò “è meglio così”. Nel 1958 la sua auto, usata per trascinare i corpi delle vittime, fu venduta per 760 dollari a un certo Bunny Gibbons, che ne ricavò un’attrazione, “La macabra auto di Ed Gein”, facendo pagare 25 centesimi per vederla.

Questa è la vera storia del serial killer che ha ispirato il film Non aprite quella porta una storia agghiacciante, terrificante, di una mente deviata che purtroppo per le sue vittime è esistita davvero… Certe volte come dicevamo prima la realtà fa più paura della fantasia.

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