Anasazi – Un popolo scomparso

Anasazi – Un popolo scomparso

Anasazi, in questo nuovo articolo parleremo di questo antico popolo che come vedremo più avanti nella lingua navajo vuol dire “Gli antichi nemici”.Proviamo a scoprire un po di più su questa antica popolazione.

Gli Anasazi (dalla lingua navajo Anaasází, “gli antichi nemici”che poi si scoprì essere un errore di traduzione) furono un popolo nativo del Nord America, vissuto tra il VII secolo e la fine del XIV.

Oggi si preferisce chiamarli Popoli Ancestrali o Pueblo Ancestrali. Secondo gli studi condotti dall’astro-archeologo italiano Giulio Magli:

«Gli Anasazi sono gli antenati degli odierni nativi americani Hopi/Zuñi, tribù che vivono oggi lungo il Rio Grande, nel Nuovo Messico e l’Arizona[1]»

Tracce archeologiche di questa cultura si ritrovano già nel 1500 a.C., ma la civiltà fiorì nel X secolo d.C., in tutta la zona che corrisponde oggi al confine incrociato di UtahColoradoArizona e Nuovo Messico. Riuscirono a costruire un’economia florida basata sulla caccia e su un’efficiente pianificazione agricola.

Vivevano in villaggi caratterizzati spesso dall’architettura monumentale. Nel 1250 d.C. molti villaggi vengono abbandonati e altri vengono costruiti in posizioni più difficilmente raggiungibili. Erano privi della scrittura. Le cronache ci consegnano grandi edifici, come il sito archeologico di Sand Canyon, con una struttura di 420 stanze, e che fu realizzato, abitato e abbandonato nell’arco di soli cinquant’anni intorno al 1200.

anasaziEstinzione nel XIII secolo

Un altro sito che racconta la storia di violenza di questo popolo è quello di Castle RockColorado, che fu abbandonato intorno al 1274 con i segni di un massacro. Centinaia di corpi furono ritrovati negli scavi del 1925, che mostravano chiari segni di ferite e di cannibalismo.

La loro popolazione si estinse o emigrò in circostanze misteriose [senza fonte]. Secondo un recente studio, però, questa popolazione, come quella dei Maya, fu sterminata dalla siccità causata dal riscaldamento globale[2]. Infatti, dopo essere migrata verso terre migliori, la siccità dovuta al caldo eccessivo le ha impedito di rifornirsi di acque e di fare lunghi tragitti.

Questa “scoperta” è stata confermata dallo studio dei tronchi d’albero: infatti gli studiosi hanno analizzato gli anelli dei tronchi di quella zona e hanno notato che il periodo piovoso, umido, era quello degli anelli spessi, mentre quelli più fini “indicavano” un’annata secca; nel periodo dell’estinzione di questa civiltà gli scienziati hanno notato un susseguirsi di molti anelli sottili.

L’evoluzione della vegetazione presente durante la civiltà degli Anasazi e il progressivo disboscamento sono stati dimostrati tramite lo studio delle tane dei ratti del deserto.[3].

Il ritrovamento di coproliti umani contenenti mioglobina, oltre a femori e altre ossa lunghe umane spaccate per estrarne il midollo, fanno supporre che, nella fase finale di decadimento della civiltà, i problemi relativi alla sopravvivenza fossero tali da rendere obbligatorie pratiche di cannibalismo.

Il nome “Anasazi” fu dato alle rovine ritrovate da pastori Navajo verso il 1800.

Chaco Canyon

Nuovo Messico, Stati Uniti. Nel 1888, due cowboy scoprono i resti di una delle civiltà più enigmatiche del pianeta. Chaco Canyon è una valle lunga 19 chilometri e larga circa un chilometro e mezzo. Pueblo Bonito è un grande complesso a forma di ferro di cavallo, edificato nel 1100 d.C. e composto da 700 stanze.

Degli Anasazi non si sa praticamente nulla, nemmeno se fossero a conoscenza della scrittura. Nel 2006, una spedizione archeologica guidata dall’archeologo dilettante Hanson, scoprì una serie di petroglifi che raffiguravano scene di caccia e di raccolto che dimostrano che questo antico popolo conosceva l’arte rupestre. Le immagini rappresentano scene di una civiltà sviluppata e della costruzione di edifici, che fino alla comparsa dei grattacieli, furono le più alte costruzioni del Nordamerica. Quello che si sa è che erano esperti contadini e che nutrivano profondo interesse per il cielo e le energie della Terra.

All’apice del suo splendore, insomma, Chaco Canyon pare abbia assunto, sempre secondo l’opinione prevalente dei ricercatori, anche una funzione politico-amministrativa di un vasto territorio con decine di migliaia di abitanti. Tanto le strade quanto i periodici raduni di pellegrini durante le festività religiose avrebbero garantito la coesione socio-culturale di una così vasta entità statale.

Ed ancora al riguardo di Chaco Canyon Quando nel 1888 due cow boy capitarono per caso nel Chaco Canyon, scoprendo così il centro principale di questo popolo, si trovarono di fronte ad un luogo – come riferirono in seguito – dove la vita sembrava essersi fermata all’improvviso. Oggetti, utensili, stoviglie, erano ancora intatti e lasciati ordinatamente nelle stanze dove erano stati usati per l’ultima volta. Solo gli abitanti sembravano improvvisamente scomparsi.

I motivi dell’abbandono di Chaco Canyon e delle successive migrazioni rimangono ancora oggi incomprensibili. L’ipotesi più probabile vuole che gli Anasazi, come accaduto anche per altre culture, siano rimasti sostanzialmente vittime del loro stesso successo. Una popolazione così numerosa e strettamente dipendente dall’agricoltura risultava inevitabilmente esposta sia ad improvvise carenze di risorse per soprannumero sia alle variazioni climatiche anche di breve periodo. Se come sembra la regione venne colpita da improvvise siccità sin dalla metà del XII sec., questo dovette sicuramente mandare in crisi i rapporti con tutte quelle località dalle quali gli abitanti di Chaco Canyon ricevevano grano.

anasaziIl mistero dei Kiva

Kiva sono delle stanze perfettamente circolari, presenti in tutti gli insediamenti Anasazi. Il più grande Kiva è quello denominato “Casa Rinconada”, che ha un diametro di 20 metri e una profondità di cinque metri.

L’ipotesi più accreditata è che fossero utilizzati per le cerimonie sacre. Coperti da tetti in legno, avevano tutti un foro al centro. Sembra che gli Anasazi credessero che, proprio grazie a questo foro, ci si potesse mettere in contatto con gli spiriti degli antenati e con le forze della Terra.

Gli Anasazi e l’Astronomia

Gli Anasazi avevano una buona conoscenza dell’astronomia. Una delle caratteristiche delle loro costruzioni è che sono sempre allineate secondo determinati fenomeni astronomici. Possiamo dunque supporre che gli Anasazi considerassero di fondamentale buon auspicio mantenersi perfettamente allineati sia con l’asse nord-sud, sia contemporaneamente con Pueblo Bonito, la loro antica capitale religiosa di cui intendevano serbarne sia la memoria sia il valore. Il fatto di viaggiare sul meridiano 108 sarebbe stato allora solo un caso determinato dalla necessità di rimanere allineati contemporaneamente sia con il loro principale santuario sia con la direzione nord che, anche secondo studiosi come Fritz e Malville, gli Anasazi dovevano considerare come “asse del mondo” e soprattutto “luogo d’origine” dei propri antenati.

Mappa di diffusione della cultura degli Anasazi derivative work: Arkyan Map Anasazi, Hohokam and Mogollon cultures-fr.svg: Modifié par historicair 00:26, 9 April 2006 (UTC) – Map Anasazi, Hohokam and Mogollon cultures-fr.svg Map of the extent of Anazasi, Hohokam and Mogollon settlements.

Chi erano e che cosa facevano Gli Anasazi

Molte delle ipotesi formulate su questo popolo, col tempo, si sono rivelate inesatte. Una delle prime teorie si basava su un errore di traduzione di una parola Navajo. Questo popolo, nel 1800, abitava le terre che erano state degli Anasazi. E proprio il termine “anasazi” deriva da una parola Navajo che significa “antichi” e non “nemici”, come si credeva all’inizio. Si sono fatte risalire le loro origini a più di 6000 anni fa mentre, in realtà, non se ne hanno notizie antecedenti ai 2000 anni fa.

Secondo una delle ultime scoperte, sembra inoltre che durante le cerimonie religiose gli Anasazi praticassero il cannibalismo rituale. Esami di feci fossili e di residui di cottura hanno recentemente confermato il sospetto che gli archeologi avevano sin dagli anni sessanta dopo il ritrovamento di crani fratturati e di ossa private del midollo.

Ritenevano la Terra come sacra e credevano che tutte le cose viventi hanno un’anima che fa parte di un Grande Spirito chiamato poi Wakan Tanka e Manitou dai popoli tra il nord e le Grandi Pianure, diffuso in tutte le Culture indiane nordamericane era percepito come il potere divino che ha creato il mondo e che lo domina assieme agli spiriti presenti nel cielo, gli astri, la terra e gli animali, alcuni benefici chee aiutano gli uomini che li soddisfano, mentre altri sono malefici che desiderano seminare il caos nelle tribù.

Da quella tradizione religiosa deriva la divinità della fertilità Kokopelli diffusa tra le popolazioni del sud ovest, spesso raffigurata nelle incisioni e petroglifi come suonatrice di flauto anasazi, protettrice dell’ agricoltura, ella fertilità femminile e spirito della musica. Gli Spiriti animali sono individuati potenti manifestazioni del soprannaturale, così come quelli delle Visioni che appaiono nei nei sogni o negli stati di trance che permettono i Viaggi spirituali , mentre gli spiriti minori abitavano pietre e piante considerati di aiuto alla vita quotidiana.

Le credenze religiose dell’ animismo indiano contemplano varie e diffuse pratiche rituali fondate sul loro sciamanesimo, diverse forme di culti cerimonie claniche basate sul totemismo, mentre altre sono dedicate agli spiriti che abitano gli oggetti naturali o creati come forme simboliche di feticismo, tutte le cerimonie, rituali, celebrazioni collettive o claniche sono guidate dallo sciamano depositario della tradizione.

Gli spiriti della natura divinizzati Kachina sono rimasti nella tradizione religiosa delle popolazioni come gli Hopi che nelle loro cerimonie indossano le maschere esoteriche Kachina per le ritualità verso queste entità ed altre ereditate dagli Anasazi come quelle per invocare la pioggia celebrate nella danza del Serpente o spiriti capaci di trasformarsi in animali ed esseri malefici, anch’ essi ereditati dalle popolazioni successive, come gli Skinwalker dall’aspetto di lupi mannari ed inquietanti esseri chiamati mutaforma oltre la temuta e potente entità malefica nota come Yenaldooshi che si trovano nella tradizione religiosa e sciamanica degli indigeni Navajo .

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