Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli “La Saponificatrice di Correggio”

Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli

“La Saponificatrice di Correggio”

Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli, dopo un periodo di pausa, ritorniamo con una storia tutta italiana. Un incubo tutto italico svoltosi negli anni che vanno tra la fine della prima guerra mondiale e la seconda. 

Un incubo, dramma, tutto nostrano molto famoso per chi si interessa a crimini e storie macabre. Fatta questa premessa iniziamo subito la nostra storia, ovviamente essendo che il contenuto scritto potrebbe impressionare alcuni utenti lascio a voi la scelta del leggerlo o meno.

Serial Killer Italiani Leonarda CianciulliSerial Killer Italiani Leonarda Cianciulli: La Vita.

La Cianciulli nasce a Montella il 14 Aprile 1894, dall’unione di Mariano Cianciulli, allevatore di bestiame, con Serafina Marano, una vedova con altri due figli che l’aveva sposato in seconde nozze.Da bambina Leonarda soffrì di epilessia, quindi ebbe un infanzia problematica. Non veritiere furono le voci dei suoi presunti tentativi di suicidio, infatti questi si verificarono solo nella primavera del 1941, quando fu condotta nella carceri giudiziarie di Reggio Emilia.

Diventata adulta all’età di 23 anni sposò Raffaele Pansardi originario di Lauria, impiegato del catasto di Montella. Questo matrimonio non ebbe un inizio felice in quanto la famiglia di Leonarda fu subito in contrasto con esso in quanto per lei avevano scelto (come si usava a quei tempi) un altro marito più precisamente un suo cugino. 

La Cianciulli, nel suo memoriale, racconta di essere stata maledetta dalla madre alla vigilia delle nozze e d’aver perciò troncato ogni rapporto con lei: un fatto che segnò profondamente la personalità della futura assassina.

La coppia va a vivere dal 1921 al 1927 a Lauria, in provincia di Potenza, e successivamente a Lacedonia. Proprio nel 1930 il terremoto del Vulture è il pretesto che gli sposi adoperano per trasferirsi a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, al terzo piano di una casa in corso Cavour 11. È possibile che si tratti di un modo per sottrarsi ad un ambiente prevenuto; infatti già a Lauria, così come a Montella prima e a Lacedonia dopo, la giovane Leonarda Pansardi era nota ai compaesani come donna di facili costumi, disonorata, impulsiva, ribelle all’autorità maritale e dedita alla millanteria e alla truffa. Prova ne sono le precedenti condanne del 1912 (per furto, quando aveva solo 18 anni) e 1919 (minaccia a mano armata di pugnale) a Montella e del 1927 inflìttale nel paese lucano; qui la Cianciulli fu processata e condannata per truffa continuata a dieci mesi e quindici giorni di reclusione, scontati poi nelle carceri di Lauria e Lagonegro, e 350 lire di multa poiché aveva raggirato una contadina del posto dalla quale s’era fatta consegnare denari e oggetti di valore di diverse migliaia di lire; inutile fu il tentativo del suo avvocato difensore di farle riconoscere il beneficio del vizio parziale di mente.

In Emilia, il marito continua a lavorare come impiegato all’Ufficio del Registro, col modesto stipendio di 850 lire al mese, a malapena sufficiente per mantenere decorosamente moglie e figli. La Cianciulli, a suo dire, si organizza per risollevare le sorti della famiglia: beneficiando anche dei risarcimenti devoluti alle vittime del sisma, ha avviato un piccolo ma fiorente commercio di abiti e mobili.

Secondo il memoriale della Cianciulli, sua madre aveva pronunciato contro di lei una maledizione in punto di morte che le augurava una vita piena di sofferenze. Come se ciò non bastasse, anni prima una zingara le aveva fatto una terribile profezia, la cui prima parte recitava:

«Ti mariterai, avrai figliolanza, ma tutti moriranno i figli tuoi

La predizione (sempre secondo il memoriale) fu veritiera: le sue prime 13 gravidanze finiscono con 3 aborti spontanei e 10 neonati morti nella culla. Solo dopo l’intervento di una “strega” locale, Leonarda riesce finalmente a portare a termine la prima e poi altre tre gravidanze. Questi quattro bambini diventano per Leonarda un bene da difendere a qualsiasi prezzo. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, l’unica figlia femmina, Norma, frequenta ancora l’asilo delle suore; i due maschi più giovani, Bernardo e Biagio, sono rispettivamente militare di leva e studente ginnasiale, mentre Giuseppe, il più grande e il più amato, nonostante sia iscritto a Lettere all’Università di Milano, corre il rischio di essere richiamato al fronte. Al solo pensiero di tale sorte per il figlio prediletto, Leonarda, secondo le sue parole, sarebbe caduta preda dello sconforto. Memore dell’intervento magico compiuto anni prima della strega, e andato a buon fine, Leonarda trova ben presto la soluzione al suo problema: la magia, prendendo così una drastica decisione: fare sacrifici umani in cambio della vita del figlio.

Così si legge infatti nelle sue memorie:

«Non potevo sopportare la perdita di un altro figlio. Quasi ogni notte sognavo le piccole bare bianche, inghiottite una dopo l’altra dalla terra nera… per questo ho studiato magia, ho letto i libri che parlano di chiromanzia, astronomia, scongiuri, fatture, spiritismo: volevo apprendere tutto sui sortilegi per riuscire a neutralizzarli

Mentre a Lauria aveva avuto una cattiva nomea presso i compaesani, a Correggio Leonarda è giudicata al massimo una persona eccentrica, ma è benvoluta e stimata da tutti, considerata una persona affidabile, una madre esemplare e – siamo negli anni del Ventennio – una fervente fascista. Accoglie in casa sua molte persone che intrattiene con aneddoti e cui offre dolci che ama cucinare; in particolare riceve spesso tre donne, tutte sole e non più giovani, insoddisfatte della routine di paese e desiderose di rifarsi una vita altrove: approfittando di questo loro desiderio, Leonarda le attira nella sua trappola.

Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli: Gli Omicidi.

Gli omicidi si svolgono tra il 1939, 1940 e nel 1941 le vittime erano tre donne sole, annoiate dalla vita del paese e desiderose di compagnia e di avere una vita più completa altrove. Conosciamo le vittime:

Ermelinda Faustina Setti – 1939. La prima Vittima.

Serial Killer Italiani Leonarda CianciulliCome abbiamo pocanzi detto gli omicidi iniziano nel 1939, la prima delle sue vittime fu Faustina Setti detta “Rabitti”. Faustina era la più anziana delle tre, aveva 70 anni era sola e senza nessuna speranza li a Correggio di poter trovare di nuovo marito e di conseguenza una compagnia. 

La Cianciulli la convinse di averle trovato un compagno, un proprio amico benestante, nella lontana Pola, allora ancora parte dell’Italia (lo sarà sino al ’43), chiedendole di non parlare a nessuno dell’imminente partenza per non alimentare maldicenze e portare sfortuna all’incontro. Rabitti, nella speranza di aver trovato il mezzo per vivere la parte finale della propria vita in modo romantico, firmò alla Cianciulli la delega per gestire le sue proprietà, e scrisse una lettera che avvertiva le amiche della partenza.

La Cianciulli l’assassinò a colpi d’ascia, la sezionò in 9 parti e la sciolse nella soda caustica che bolliva in pentola sin da prima dell’arrivo della vittima. Sciolta la donna, scaricò il fluido viscoso in un pozzo, conservandone soltanto il sangue. Una volta seccato lo macinò, aggiungendolo agli ingredienti per dei biscotti che fece assaggiare alle amiche in visita e ai familiari, incluso il figlio Giuseppe. Così inizio l’incubo della Saponificatrice di Correggio.

Come lei stessa scrive nel suo memoriale:

«Gettai i pezzi nella pentola, aggiunsi sette chilogrammi di soda caustica, che avevo comprato per fare il sapone, e rimescolai il tutto finché il corpo sezionato si sciolse in una poltiglia scura e vischiosa con la quale riempii alcuni secchi e che vuotai in un vicino pozzo nero. Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe e io.»

 

Francesca Clementina Soavi – 1940. La seconda vittima

Serial Killer Italiani Leonarda CianciulliLa signorina Soavi era una donna senza fissa occupazione che gestiva un asilo d’infanzia presso casa propria. La Cianciulli le tese una trappola promettendole la realizzazione professionale. La informò che un amico sacerdote, direttore del collegio femminile di Piacenza, stava cercando un’insegnante di fiducia, e che la Soavi era attesa per un colloquio presso l’istituto. Leonarda le consigliò di vendere tutti i propri beni e di recarsi immediatamente al collegio, prima che il posto andasse a qualcun’altra. Clementina le firmò quindi tutte le deleghe necessarie e si recò per l’ultima visita all’amica prima della partenza, il 5 Settembre del 1940.

Anche la Soavi venne squartata ed infilata nel pentolone, ma la Cianciulli fornì, nelle sue memorie, un particolare significativo. Pare che la vittima fosse più massiccia della precedente, e che il pentolone non riuscisse a contenerne tutto il corpo. Secondo il racconto della domestica, Nella Barigazzi, fu il primogenito Giuseppe a sbarazzarsi della testa della donna, anche se la Cianciulli negò il suo coinvolgimento.

 

Virginia Cacioppo – 1940. La terza vittima

La signora Cacioppo, vedova cinquantanovenne con un passato da celebre soprano, fu l’ultima vittima della Cianciulli. Anche in questo caso, come in quello della Soavi, fu la prospettiva di un impiego a trarre in inganno la vittima. Leonarda promise a Virginia un lavoro come segretaria di un impresario fiorentino, il quale aveva lasciato aperta la possibilità addirittura a un ingaggio per degli spettacoli. Naturalmente il modus operandi fu il medesimo: la vittima doveva lasciare tutti gli averi a Correggio e farli gestire alla Cianciulli, non facendo parola a nessuno della partenza.

Il pentolone in questo caso riuscì a contenere tutto il corpo della vittima, che si sciolse con l’aggiunta di un ulteriore ingrediente, la Colonia. Cianciulli scrisse nelle memorie:

Finì nel pentolone, come le altre due (…); ma la sua carne era grassa e bianca: quando fu disciolta vi aggiunsi un flacone di colonia e, dopo una lunga bollitura, ne vennero fuori delle saponette cremose. Le diedi in omaggio a vicine e conoscenti. Anche i dolci furono migliori: quella donna era veramente dolce.

Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli: La fine degli omicidi, l’arresto ed il processo del 1946.

Le tre vittime della saponificatrice non erano rimaste in silenzio riguardo la loro partenza, mentendo alla Cianciulli. Chi aveva avvisato un’amica, chi un parente…in definitiva, tutte e tre avevano lasciato ben più di una traccia agli investigatori che le seguirono, e tutti portavano in una direzione: Casa Pansardi-Cianciulli.

Fu la signora Albertina Fanti, cognata di Virginia Cacioppo, a denunciare la scomparsa della donna al questore di Reggio Emilia. Questi incaricò il commissario Serrao di svolgere le indagini, che portarono immediatamente a Leonarda Cianciulli. La donna inizialmente negò qualsiasi coinvolgimento, poi un facile assunto – “Segui il denaro” – svelò il mistero.

Un buono del tesoro, appartenuto a Virginia Cacioppo, era stato ritirato dal parroco Adelmo Frattini. Questi spiegò che gli era stato consegnato da Abelardo Spinarelli, il quale lo aveva ricevuto dalla Cianciulli a compensazione di un debito.

Serial Killer Italiani Leonarda CianciulliGli inquirenti sospettarono anche del figlio, Giuseppe Pansardi, e di Spinarelli. Giuseppe rimase in prigione sino al 1946 quando, durante il processo, venne assolto per insufficienza di prove, mentre Spinarelli venne da subito scagionato. Il processo fu spettacolare e pieno di colpi di scena.

Per convincere la giuria di esser riuscita a far tutto da sola, leggenda narra che la Cianciulli squartò un cadavere di una persona non identificata in soli 12 minuti. La realtà fu che la cosa venne soltanto mimata, grazie ad una detenuta che si offrì volontaria come “manichino”. La difesa puntò tutto sulla totale infermità mentale dell’assistita, coadiuvata anche da un memoriale scritto dalla Cianciulli stessa, “Confessioni di un’anima amareggiata”.

Il verdetto fu di semi-infermità mentale, riconoscendo l’effettivo scopo della rapina all’uccisione delle tre vittime. Giuseppe Pansardi riuscì in questo modo rocambolesco ad evitare la chiamata al fronte, e venne assolto per mancanza di prove.

Leonarda Cianciulli venne condannata a 30 anni di carcere di cui 3 da passare in un istituto psichiatrico. Di fatto, trascorse tutto il resto della propria vita nel manicomio di Pozzuoli. Morì il 15 Ottobre del 1970, venne sepolta nel cimitero della città e, nel 1975, le sue ossa finirono nell’ossario comune, non reclamate da nessuno.

Gli strumenti dei tre omicidi vengono conservati tutt’oggi nel Museo Criminologico di Roma:

Per quanto riguarda i Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli è molto famosa sia per l’efferatezza dei suoi crimini ma anche per la storia vera o presunta di magia che si porta dietro. Infatti dei Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli è una dei pochi o addirittura l’unica che parla di magia e di motivazioni “magiche ” dei suoi crimini. Se volete potete commentare sotto l’articolo oppure se volete proporre argomenti potete inviare una mail andando qui

Che possa essere vero oppure no il suo memoriale, infatti si dice che lo abbiano redatto i suoi avvocati per arrivare ad una assoluzione per infermità mentale, che nel panorama dei Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli, questa signora alta 1m e 50 tarchiata sia stata la prima ad essere così efferata, poi avremmo avuto anche il mostro di Firenze che per efferatezza non le è secondo, ma questa è un altra storia…..

Serial Killer Italiani Leonarda Cianciulli: Le Teorie criminologiche.

Grazie alla lettura di più di 800 pagine del memoriale della Cianciulli e le conoscenze di adesso, Augusto Balloni sostiene che la donna, all’epoca in cui commise i fatti per cui era stata condannata, fosse per infermità in tale stato di mente da ridurle grandemente, ma non da escluderle, la capacità di intendere e di volere, dovendosi ritenere affetta da gravi disturbi di personalità che si manifestano prevalentemente attraverso il “disturbo istrionico e narcisistico di personalità con tratti sadici, schizoiidi e paranoidi”. Roberta Bisi, pur condividendo tale ipotesi, si sofferma sui tratti della personalità della donna che emergono dalla lettura del memoriale:

  • Energia Malefica VS Energia Conservatrice: che possedeva la Cianciulli e difficilmente si trovano nella stessa persona;
  • Rapporto con la madre: carenza di affetto dalla madre e le ricerche dimostrano che i bambini che esperiscono tali esperienze sviluppano un attaccamento insicuro, patologie psichiche, comportamenti antisociali e a loro volta carenza di affetto verso i figli;
  • Pensiero Magico: che dilatava in modo illusorio la grandezza dell’io della Cianciulli, che demandava la responsabilità di un evento a qualcosa di magico;
  • Rituali Ossessivi: come portare i fiori ogni venerdì alla tomba del padre;
  • Teatro privato degli omicidi;
  • Elevazione alla perfezione;
  • Omeostasi narcisistica: equilibrio tra la ricerca di una sensazione, mai completamente raggiunta, di benessere e un persistente sentimento di inferiorità che si manifestava in atteggiamenti narcistici, quali il presentarsi come una persona speciale e relazionarsi con gli altri tentando di dominarli come se fossero oggetti;
  • Idealizzazione delle persone da cui si aspetta di ricevere rinforzi narcisistici;
  • Rapporto con la morte: prima vista come ladra scheletrica dei suoi figli, poi quando si vuole suicidare come donna bellissima a cui promette di fare i servizi;
  • Norina (nomignolo che le affibbiava la madre) VS Nardina (nomignolo da parte del padre): uno sdoppiamento della personalità in cui c’era Nardina che era la donna che soffriva per i figli (la Cianciulli ha avuto 17 gravidanze e solo 4 figli sono nati vivi, gli altri sono morti prematuri o nella culla) e Norina che agiva;
  • Identificazione nella dea Teti: entrambe vogliono salvare dalla morte i propri figli.

 

Comments are closed.